Un problema che, storicamente, attanaglia il nostro paese, è il divario fra in Nord e Sud Italia in termini di produttività del PIL italiano. Molti, erroneamente, tendono a pensare che la parte settentrionale sia produttiva mentre quella meridionale sia assistenzialista. Una colossale menzogna, quest’ultima, dato che il “ricco” Nord, spesso, ha convenienza a non investire nel Mezzogiorno, per attrarre maggiori investitori privati (e finanziamenti pubblici) e vendere, poi, i propri prodotti anche ai cittadini del Meridione, che costituiscono un mercato di grande appeal. Un dato, quest’ultimo, testimoniato dal recente taglio dei finanziamenti pubblici destinati al Sud Italia, mentre il Centro-Nord, di fatto, è riuscito a mantenerli sostanzialmente intatti.
Migliorare le reti infrastrutturali per rendere ancora più attrattivo il turismo
Una situazione che, complice anche la flebile crescita economica dell’ultimo decennio, rischia di produrre un ulteriore divario fra le due macro-zone del paese, con un Nord che cerca di stare al passo dei paesi europei economicamente più importanti ed il Sud sempre più distaccato. Una situazione decisamente paradossale: nello sviluppo economico dello Stivale, infatti, il Mezzogiorno potrebbe giocare un ruolo vitale e di assoluto protagonista. Se solo fosse assisto da una sana politica attrattiva di investimenti ed opportunità, evitando che tanti giovani siano costretti ad emigrare verso la parte settentrionale del paese o, come capita in misura sempre più frequente, in qualche paese estero, Germania ed Inghilterra in primis.
Quando si parla di Mezzogiorno, il primo settore a cui si volge il pensiero è quello turistico. D’altro canto, poche altre zone al mondo possono vantare bellezze naturali ed artistiche come il Sud. Basti pensare a Napoli e alla costiera amalfitana, passando per i Bronzi di Riace, la barocca Lecce, la Maestosa Valle dei Tempi e le mille splendide spiagge che circondano il Meridione italiano, solo per citarne alcuni.
Per rendere maggiormente attraente il flusso di turisti, però, non basta la fantasia e l’impegno dei tanti titolari e lavoratori del settore, riconosciuti, universalmente, come i più ospitali al mondo, in grado di far sentire il visitatore molto più di un semplice ospite. E’ indispensabile, in primis, un serio progetto di miglioramento delle reti infrastrutturali, da quella autostradale (emblematico l’atavico tema della “Salerno-Reggio Calabria”) a quella ferroviaria, che non è presente in alcune zone del Meridione. Una situazione a dir poco grottesca alle soglie del terzo decennio del nuovo millennio.
Incentivare ricerca e sviluppo per crescere ed evitare la fuga delle eccellenze
Non di solo turismo, però, si può vivere, nonostante le enormi potenzialità, in tal senso, del Sud Italia. E’ indispensabile sviluppare maggiormente anche altri settori industriali, cercando di agevolare gli investimenti interni ed esterni con politiche di defiscalizzazione pluriennale per chi decide di investire il proprio capitale in queste zone. L’Italia, ad esempio, è la seconda industria manifatturiera più importante d’Europa, ma l’apporto del Sud, in rapporto al contributo fornito dal Centro-Nord, è abbastanza limitato. Lo sviluppo di questo comparto industriale, quindi, risulta uno dei primi tasselli indispensabili per aumentare la produttività, oltre che contribuire a lenire un annoso problema storico e lungi dall’essere sconfitto: la disoccupazione.
Un settore nel quale il Sud riesce a creare un numero cospicuo di eccellenze, senza riuscire, tuttavia, a trattenerle nel proprio territorio, è sicuramente quello della Ricerca e Sviluppo. Una fuga di cervelli di cui beneficiano non solo le imprese del Nord Italia, ma spesso, purtroppo, quelle estere. I nostri migliori giovani, istruiti eccellentemente nei nostri atenei e vogliosi di mostrare il proprio valore, sono costretti ad esibire il loro talento altrove, contribuendo alla crescita delle industrie concorrenti del “Sistema Italia“.
Lo sviluppo del settore della ricerca, in ogni suo ambito di applicazione, passa inevitabilmente da una migliore partecipazione del Mezzogiorno al Sistema degli scambi internazionali, che sia in grado di agganciare le imprese ai centri del business globale, creando nuove strutture in loco dove tramutare le competenze in innovazione.