Vino e alimentazione: un connubio speciale, che fa parte delle nostre giornate, della nostra cultura, dell’identità che ci contraddistingue. A dimostrazione di ciò ci pensa l’impegno che dedichiamo alla scelta delle etichette e dei piatti da portare in tavola. Tra focus sulle proposte di e-commerce di successo come David Wine, punto di riferimento amatissimo da chi non può fare a meno di bere bene, e ore passate sulle pagine dei food blog alla ricerca della ricetta perfetta, il tempo è davvero tanto.
Parlare di vino e cibo con la giusta attenzione alla loro importanza significa, per forza di cose, capire come influiscono sul nostro umore. Discutere di questo argomento significa trovarsi davanti a delle sorprese interessanti. Non ci credi? Continua a leggere questo articolo!
Gli effetti (sorprendenti) del vino rosso sull’umore
L’assunzione di vino rosso può causare effetti a dir poco curiosi. A dirlo è uno studio uscito nel 2017 e pubblicato sulle pagine della rivista scientifica BMJ Journal. L’indagine è stata condotta considerando un campione di 30mila persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni e provenienti da 21 Paesi del mondo (tra cui l’Italia). Gli studiosi che hanno lavorato a questo studio – un team di esperti con a capo il Professor Mark Bellis della Public Health Wales, ossia il servizio sanitario nazionale gallese – analizzando le risposte hanno scoperto che la straordinaria bevanda sopra citata, così come la birra, è in grado di far sentire più rilassato chi la beve. Non finisce qui! In quattro casi su dieci, un buon bicchiere di vino rosso aiuta chi lo sorseggia a sentirsi più sexy.
Molto spesso pensiamo che l’assunzione del vino sia associata esclusivamente a perdita di lucidità e ad aumento, in specifici soggetti, di sentimenti legati alla violenza. Ebbene, non per tutti è così! Quello che conta è ovviamente non esagerare.
Alimentazione: come agisce sull’ansia
Alzi la mano chi non ha vissuto almeno una volta giornate all’insegna dell’ansia e dei pensieri che affollano la mente e non vogliono assolutamente andarsene! In molti casi, non ci rendiamo conto che, per prevenire tutto questo, può bastare un pizzico di attenzione in più a quello che mettiamo nel piatto. Esistono infatti diversi nutrienti che aiutano a tenere alto il tono dell’umore. Qualche esempio? La vitamina C – no, non è solo un elisir prezioso contro l’invecchiamento e nella prevenzione dei tumori – le vitamine del gruppo B e il magnesio.
In generale, quando si pensa al matrimonio tra cibo e umore, è necessario porre molta attenzione ai livelli di neurotrasmettitori nell’organismo. Nell’elenco è possibile includere la dopamina. Quando non si ha a che fare con un deficit, è naturale provare quotidianamente sensazioni di piacere e, in generale, vivere un sostanziale equilibrio dei sentimenti. Cosa fare quando, invece, i livelli si abbassano? Intervenire con l’alimentazione. Entrando nel vivo di questo aspetto, ricordiamo l’importanza di integrare i cibi ricchi di tirosina, ossia uno degli amminoacidi che concorrono a formare le proteine del nostro organismo. Tra gli alimenti che la contengono è possibile citare le mandorle, le banane, l’avocado e i latticini.
Soffermiamoci un attimo sull’avocado. Quando lo si chiama in causa e si parla dei suoi benefici, la prima immagine che viene in mente è quella dell’efficacia antiossidante. Tutto vero, ma è necessario andare oltre. Come dimostrato da diversi studi, infatti, questo prezioso frutto è in grado di contribuire al miglioramento di diversi aspetti legati al tono dell’umore.
A dimostrazione di ciò, è possibile chiamare in causa i dati degli Archives of General Psychiatry, che sottolineano l’influenza degli omega-3, uno dei nutrienti più presenti nell’avocado, sulla riduzione di sintomi legati alla depressione come tristezza, insonnia, continue manifestazioni di ansia, calo della libido.
Gli esperti hanno posto l’accento sull’importanza dell’equilibrio tra omega-3 e omega-6 e, in particolare, sul ruolo che ha la presenza dei primi nel plasma per quanto riguarda la prevenzione di forme gravi di depressione.